Bashar al-Asad dice di difendere «l’integrità e la sovranità» del suo Paese, a costo della sua stessa esistenza: «il mio lavoro non è quello di essere contento di quello che sto facendo o di non essere felice o altro, non riguarda i miei sentimenti, riguarda gli interessi della Siria, quindi ovunque andranno i nostri interessi, lì andrò anch’io».
Questa disposizione dell’animo, nel sovrano e nella sua consorte Asma, si percepisce come qualcosa di non costruito, di non artefatto; ma quale frutto naturale di una terra e di una civiltà che, intrise di storia, di cultura e di bellezza, ne irradiano i figli prediletti.
Per il mondo della dissoluzione liberaldemocratica, è qualcosa di intollerabile, che dunque va negato, nascosto, bombardato quanto prima. Il sovrano amato dal popolo, il sovrano retto, il sovrano che si immola per la sua gente (quante comode proposte di esilio gli saranno state fatte? Quante?) agisce come la luce del sole per i vampiri, che corrono isterici da tutte le parti.
Viviamo in un mondo di vampiri, e un sovrano come Assad, unito alla sua bella moglie fedele, rappresenta un sole.
È bello, è caldo, disinfetta.
Quanto ne avremmo bisogno anche noi?
https://youtu.be/YgiyWGyJcIc