>>253Questo post è:
- sbagliato su più livelli
- boomerismo
- probabilmente scritto da chi "eh no ma io gioco solo in real hardware rigorosamente con joystick e un CRT"
La verità è che le storie vere, quelle che ti coinvolgevano davvero, sono nate principalmente su PS1.
Questo anon
>>254 cita più che giustamente Metal Gear Solid, che è il caso più eclatante ed ha portato il cinema nei videogiochi, ma si potrebbero citare anche Final Fantasy 7 (poi per me anche quelli dopo, a dire il vero e non è che non esistessero già storie nei JRPG, ma in questa gen con questa IP si toccò l'apice) o Silent Hill per esempio.
Non a caso le IP che hanno passato la prova del tempo sono state quelle a partire da quella generazione in poi, di cui guardacaso fanno anche i remake.
Tutto quello che veniva prima era un grosso miscuglio in cui su 100 giochi se 10 erano narrativamente validi (e quindi "ti facevano sentire parte integrante della storia") già ti andava di lusso e quando succedeva era quasi sempre un'avventura grafica, spesso con stile comico/ironico alla lucasarts che sì, molto belle, ma mai un approccio narrativo volto a raccontare qualcosa di serio.
Il resto erano i soliti platformers, picchiaduro a scorrimento o shmups di cui il mercato era inondato come acqua fino a sgorgare fuori dal vaso, tutto questo mischiato a bootleg, cloni e furti di proprietà intellettuale anche da media all'infuori del videogioco perché tanto regnava l'anarchia e il rispetto per le IP era zero.
Tra l'altro è curioso che citi giochi di "mera abilità delle dita" poiché i giochi più stronzi (se non addirittura unfair) vengono proprio dall'era dei cabinati mentre è solo da 20 anni a questa parte che la difficoltà si è abbassata per renderli accessibili anche ai senza mani, accompagnato al fatto che la narrazione spesso sarebbe dovuta bastare a reggere il prodotto.
E proprio per questa ragione si fa strada negli anni una saga (e giochi simili) inizia a farsi strada: quella di Dark Souls, e si fa strada proprio per via dell'elevata difficoltà che prende il posto alla narrazione, sostituita dalla lore che sta, appunto, in secondo piano.
Fonda un genere di cui il massimo esponente, sia qualitativo che di vendite, si è visto proprio l'anno scorso: Elden Ring. E come lo fa? Con una
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