Primissimi anni 2000, andavo alle medie e la vita era bella.
Erano gli anni del passaggio all’euro, quando berlusconi diceva che 1000 lire = 1€, le monovolume andavano di moda e i suv non esistevano al di fuori di auto specializzate per la guida fuori strada che venivano di fatto usate come tali anziché infognare le città venendo guidate da donne.
D’estate si partiva per le consuete due settimane di vacanza al mare e come ogni anno si faceva il viaggio in auto, che a seconda della destinazione poteva richiedere tra le 6 e le 10 ore, quindi prima di partire bisognava attrezzarsi per passare il tempo in macchina ma anche in spiaggia sotto all’ombrellone, quindi mi preparavo il mio bello zainetto con dentro tutto il necessario per sopravvivere alla vacanza: lettore cd, porta cd con collezione di cd con musica scaricata da limewire e masterizzati con nero burning rom, biglie, librogame, penne e matite, il gameboy e un mazzo di carte.
Mancavano solo delle letture, che ovviamente dovevano essere fumetti, non libri di testo, perciò questo significava doversi recare all’edicola.
L’edicola e le cartolerie negli anni 90 e 2000 prima dell’era digitale erano luoghi mistici con auree di mistero e curiosità, dove si poteva trovare di tutto e di più ma senza poterle esplorare liberamente, insomma dovevi trovare ciò che volevi con lo sguardo.
Nel mare di riviste specializzate sui temi più disparati, c’erano i fumetti ed i libri di collezioni di fumetti, roba alla Paperdinastia (che conservo gelosamente ancora oggi), messi bene in vista per i ragazzini come me che ne facevano incetta volentieri perdendosi tra un’offerta enorme e varia e potendo comprarne solo uno o due se proprio eri uno spendaccione.
E così si partiva per la vacanza, tu con i tuoi genitori sulla vostra macchina, e facevate il trenino con le altre auto degli amici di famiglia ed i loro figli tuoi amici per andare al mare a riposarvi, con le biciclette montate sulla rastrelliera montata sul tetto della macchina.
Una volta in spiaggia, la mamma ti metteva la crema solare con quell’odore inconfondibile misto a salsedine, e tu da bravo anon ti parcheggiavi all’ombra rigorosamente sdraiato a leggere mentre gli altri giocavano ai racchettoni e facevano i castelli di sabbia con i genitori, leggevi i tuoi fumetti con le cuffie nelle orecchie aspettando le canoniche 2/3 ore dopo la colazione per fare il bagno, e te ne stavi lì in pace a livelli di comfytudine che mai e poi mai riproverai
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