R: 44 / I: 14 La denatalità in Italia (e in Occidente)
Mettiamo le cose in chiaro: il problema della denatalità è di tipo culturale, non economico.
Non è che le donne oggi non possono fare figli; la verità è che le donne oggi
NON VOGLIONO fare figli. Questo per due fondamentali ragioni:
1)
Sono sessualmente libere - È venuta meno la pressione culturale e sociale a sposarsi dell'epoca presessantottina, e ora sono libere di selezionare il partner come se fossero allo stato di natura. Sappiamo che la biologia femminile porta le donne ad essere molto selettive e di conseguenza ad essere attratte solamente da una porzione ristretta di uomini. Questi certo non possono mettersi a fare figli con tutte quelle che le desiderano, e una donna piuttosto che fare figli con un uomo mediocre preferisce strapparsi le ovaie.
2)
Sono economicamente emancipate - Non devono più dipendere dallo stipendio del marito, hanno denaro per divertirsi e prolungare ad oltranza la ricerca del maschio alfa che le ingravidi. È venuta meno quindi anche la pressione (leggasi "necessità") economica a sposarsi, mentre sono aumentate le pretese economiche nei confronti degli uomini. L'aspetto economico quindi, se conta, conta esattamente in senso opposto: le donne non fanno figli per il troppo benessere.
La liberazione sessuale e l'emancipazione femminile hanno distrutto completamente il sistema monogamico precedente. Pensare di risollevare il tasso di natalità senza monogamia è pura utopia.
È inesatto descrivere le donne italiane come angeli del focolare mancati, private della gioia della maternità da un apparato statale inefficiente. Esse oggigiorno sono perlopiù dei recipienti spermatici a disposizione del figo o del potente di turno; delle vere e proprie bambole del sesso buone solo come passatempo.
Siamo una società fortemente edonistica ed opulenta, dove le donne passano gli anni più fertili a imbottirsi di contraccettivi, a saltare da un uccello all'altro, a fare selezione spietata su Tinder, ad andare in Erasmus, a mangiare sushi e a studiare per fare una carriera che le renderà solamente più pretenziose riguardo alla scelta del partner e ridurrà il numero di uomini papabili per mettere su famiglia.
Migliorare la condizione lavorativa femminile non farà fare più figli alle italiane; le porterà invece a fare come molte donne inglesi e americane, che arrivate ad una certa età congelano i propri ovuli perché, poverine, non trovano più uomini di alto livello per una relazione.
A dimostrazione di quanto detto, osserviamo i Paesi scandinavi. Essi rappresentano il sogno bagnato di ogni femminista: sono governati da donne, hanno raggiunto la mitica parità dei sessi (che in verità è ginocrazia, ma vabbè) e hanno un efficiente sistema di welfare che riesce a coniugare la carriera con la maternità. Il risultato? Il loro tasso di natalità, così come quello di tutti i Paesi occidentali, è comunque sotto la soglia di sostituzione ed è superiore a quello italiano solo grazie a tutte le migliaia di iracheni, somali e pakistani importati negli anni. Essi sono così prolifici proprio perché le loro donne-coniglio non sono né sessualmente libere né emancipate.
In conclusione:
Il cambiamento demografico dell'Italia porterà a delle conseguenze disastrose. L'età media aumenterà sempre di più e diventeremo un Paese di vecchi più di quanto lo siamo già; verremo sostituiti etnicamente fino al punto che il nostro Paese (e il resto dell'Europa a seguire) diventerà un'appendice afroasiatica; ma soprattutto, visto che a figliare di più sono i poveri e i ricchissimi, ci sarà una proletarizzazione e polarizzazione della società con relative tensioni sociali, disordine, odio di classe, aumento della disoccupazione ecc.
Smettiamola di prenderci in giro: il nostro modello sociale e culturale è fallito. È in fallimento da decenni. La denatalità è solo il sintomo più evidente.