Onestamente non riesco ancora a capire quanto c'è effettivamente di fuffa e quanto c'è di damage control.
L'auto elettrica sembrava avviata a prendere il sopravvento in pochi anni ma ora è nella merda:
- costi kilowattora quadruplicati = occorre percorrere il quadruplo dei chilometri per recuperare l'investimento (il che è impossibile perché le batterie muoiono prima), cioè l'auto elettrica non vale più come convenienza economica ma solo come costoso giocattolo per ricchi sfondati
- gli autoveicoli benzina/diesel/gas prodotti adesso rispondono a norme anti-inquinamento severissime (minimo Euro6) per cui il passaggio all'elettrico non ridurrà l'inquinamento e il CO2 se non in una minuscola e insignificante percentuale; intanto lo svecchiamento delle Euro3 è quasi completo, e le Euro4 circolanti cominciano a diminuire (il ciclo di vita di un'auto è di 15 anni circa)
- i produttori di auto ci vanno a perdere un botto di soldi (macchinari, filiere produttive, ecc., tutto da buttare) e dipenderanno molto più da fornitori inaffidabili per le parti essenziali, e hanno già fatto sapere a chiare lettere che il passaggio all'elettrico è un'imposizione politica anziché una scelta convinta
- le soluzioni ibride comportano pesi e costi che non giustificano il leggero miglioramento di prestazioni (e dunque anche questo segmento ha vita breve).
La speranza dei grandi gruppi è che la moda dell'elettrico venga ridimensionata nel giro di pochi anni. Lo scenario finale veramente desiderato consisterà di una maggioranza di autovetture Euro7 accanto a una minoranza di veicoli elettrici medio-piccoli. Perfino la produzione massiccia di piccole utilitarie elettriche, inizialmente prevista per l'esportazione, poi rinviata al mercato interno, si sta rapidamente spegnendo.
Dunque la mia deduzione è che i grossi produttori di auto:
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