>>174839Ti dirò, la mia prima gieffa aveva l'auto.
E due sorelle, molto racchie e acide.
Aveva l'auto perché abitava coi suoi in un posto sperduto di campagna, di quelli che quando piove la strada è talmente allagata che non basta più neppure l'auto.
E così i suoi le comprarono un'utilitaria usata.
Per il nostro primo appuntamento venne in auto fino a casa.
Si beccò un cazziatone dai suoi perché aveva guidato di sera, "che è pericoloso", e addirittura "da sola" (25enne patentata da 7, ma vabbè).
Restammo nella sua macchina per due ore, fermi nel viale semideserto.
Era orgogliosa dell'auto, quasi dandole il merito di averci fatto mettere insieme, oltre che quello di poterci vedere nonostante la distanza.
Comunque, ci uscì solo un bacetto "a stampo".
Per il nostro secondo appuntamento scelsi come posto per vederci un paesetto semituristico a metà strada fra casa mia e casa sua.
Ci sarei arrivato in appena 25 minuti di treno.
Non avevo la macchina, quella dei miei era talmente scassata che era meglio il treno.
Attorno alla stazione del paesetto semituristico c'erano pub, ristorantini, rosticcerie, gelaterie, perfino un cinema e un santuario piuttosto frequentato.
Per cui lei fu contenta della scelta.
Però stavolta si portò le due sorelle, bramose di uscir di casa.
Le due fecero shopping e poi andammo tutti e quattro al pub.
Insomma, ebbi solo un'ora scarsa per star solo con la gieffa, per giunta in luoghi pubblici dove la cosa più zozza realisticamente fattibile era potersi tenere per mano.
Al pub pure feci di tutto per non inimicarmi le sorelle, galvanizzatissime dagli acquisti e invidiosissime della gieffa.
Pagai io per tutti nonostante le insistenze della gieffa.
La gieffa mi disse che dalla volta successiva mi avrebbe consentito al massimo di pagare per lei.
Il sottinteso era chiaro: lei sarebbe sempre venuta con la macchina… e con le sorelle.
L'altro sottinteso era che l'invidia femminile è una brutta bestia.
Le due racchie si lamentavano di non poter uscire di casa: la sorella carina si fidanza (creando così l'opportunità per loro due per uscire ogni sabato sera e ogni prefestivo), e loro s'ingegnano invidiosamente ingegnose a trovar modi per far naufragare il fidanzamento.
Solo in un paio di occasioni riuscimmo a uscire senza le sorelle.
Nel frattempo mi ero ingegnato a far conoscere a qualche amico fidato le due sorelle ("fidato": non volevo ritrovarmi come cognato qualche merdone), inizialmente senza successo (le racchie isteriche si comportavano da isteriche racchie).
Quando uscimmo da soli io e la gieffa, ovviamente non c'era mai occasione porcellosa, ma pazienza.
Né casa mia né casa sua erano mai libere in orari affidabili e verificabili.
Dopo un po' di mesi, dopo che mi fece conoscere ai suoi (mio malgrado) invitandomi per la torta del suo 26esimo compleanno, le cose cominciarono a mettersi male per altri motivi.
La gieffa alla fine mi mollò di brutto, e sebbene ci rimanessi malissimo, mi sarebbe convenuto festeggiare con lo spumante.
I genitori infatti erano indebitatissimi con uno strozzino legato alla malavita, e avevano una spettacolare propensione a sprecar soldi in cazzate (ricordo quando dissi alla gieffa: ma come?, tua madre che non va mai in chiesa, vuole comprare una grossa statua di padre Pio da mettere in giardino?, proprio dove ti toglierebbe spazio per parcheggiare?, con tanto di grotta-nicchia e vaso di fiori?… Lei riferì a mammà -a parole sue-, mammà andò in chiesa -una sola volta-, e quindi procedettero lo stesso alla mega-spesa, ritardando gravemente il pagamento delle tasse universitarie, "ma tanto si paga un pochino di mora, che vuoi che sia").
No, niente sesso.
Però ammetto che mi manca parecchio il tenere per mano una ragazza, il sentirne l'abbraccio, il sorprendermi per un bacetto a stampo non previsto, il sentire la sua mano scompigliarmi i capelli, lo sfiorarsi di proposito i piedi sotto il tavolo mentre le racchie sedute accanto a noi credono di avere sotto controllo la situazione.
Ironia della sorte, i genitori avranno maliziosamente pensato che io e la gieffa trombavamo. Sicché, a 26 anni cominciarono finalmente a trattarla come una donna adulta ed esperienziata.
Lo avranno pensato anche i miei, che nel cazziarmi sembravano premettere sempre cose tipo "devi mettere la testa a posto" anziché le vecchie accuse "alla tua età sei ancora un cretino".
Ad oggi ancora non ho mai avuto un'auto.
La vita mi ha riservato brutte sorprese.
Tipo che è morto mio padre prima di poter "bersanizzarmi" una RCauto.
Tipo che ora abito in mezzo a fangose campagne peggio di quelle dell'ex gieffa, perché è l'unico posto in questa regione con affitti ancora abbordabili.
Tipo che le due girlazze successive non le promossi mai a gieffa perché la loro offerta commerciale era "io te la do ma tu devi pagare tutto ma proprio tutto", zero voglia di lavorare, zero patente, zero impegno, e per di più a chilometraggio non zero.
Andò peggio ad uno degli amici "fidati", a cui la gieffa chiedeva sempre soldi per comprarsi le canne. (Proprio una cannaiola doveva pigliarsi? ben gli sta).
Sente triste, uomo.