>>1286>la CLI mi sta sul cazzoComplimenti, ti sei candidato a una vita di programmatore stressato e sottopagato.
Ci sono cose che si possono fare solo con la CLI. Esempio:
- dimmi quanti clic in Windows/Mac ti servono per eseguire questa sequenza:
"compila questo sorgente 25 volte scaricando di volta in volta un jpeg a caso, e poi altre 25 rovinando la parte finale del jpeg della volta precedente, e assicùrati di trovare 25 compilazioni corrette e testate, e 25 corrette ma che danno errore; produci un file di log conclusivo con le sole differenze fra i 25+25 di cui sopra".
La Xerox inventò l'interfaccia grafica.
La Apple la copiò quasi identica, con lo scopo di abolire la command-line.
La Apple però dovette inventarsi qualcosa di scriptabile, come le Hypercard (e altri tentativi successivi di linguaggi di scripting), fino ad approdare alla fine a Mac OS X che era praticamente un kernel Unix ("Darwin"), con un po' di armamentario Unix, e con un'interfaccia grafica spalmata sopra.
Windows nacque perché bisognava pur copiare il successo del Mac, visto che i software MSDOS che andavano in grafica avevano tutti interfacce diverse.
Salvo le parti che richiedono immagini (come il Catasto e poche altre cose), l'intera Pubblica Amministrazione italiana (e pure le Poste) potrebbe basarsi benissimo su interfacce testuali o addirittura solo CLI.
Il madornale errore fatto nei primi anni '80 fu quello di adottare gli Olivetti M20 (con Zilog Z8000) e poi M24 (con 8086) anziché commissionare ad Olivetti un computer totalmente su specifiche statali, non di grandi prestazioni, con solo testo e grafica "artigianale", facile da riparare e manutenzionare, e marchiarlo come standard italiano obbligatorio per la PA e per la scuola.
Scrivere un sistema operativo che gestisse files e directories era fin troppo facile. MSDOS fu creato scopiazzando il CP/M che era in assembler, e MSDOS 3.0 conteneva ancora stupidissime feature del CP/M che nessuno aveva mai usato (ad esempio gli FCB, file control blocks, che erano il modo cervellotico di aprire files, mentre già da MS/DOS 1.0 avevi la normale "open" a cui passare il nome del file, e dal 2.0 avevi persino le directories).
Il bello di uno standard "PC statale" era che le aziende, pur di produrne dei cloni (a costo quasi zero perché la licenza sarebbe stata quasi gratis per chi costruiva/riparava in Italia), avrebbero fatto di tutto per conservare in Italia il più possibile della filiera produttiva (e invece abbiamo sprecato SGS, STM e altre aziende che avevano know-how), e avremmo avuto "PC statali" 100% certificati made in Italy (cioè esenti da "sanzioni"), con interscambio file con MSDOS/Windows/Mac ("siete liberi di comprarvi tecnologia straniera e veloce, ma per essere approvato per la PA e per la scuola, un software deve girare sui "PC statali"). Immaginate sistema operativo e software, coi sorgenti a disposizione delle FF.OO. o presentabili in tribunale come prova, anziché poter dire "mi hanno hackerato il pc/tablet/cellulare, vostro onore! non ne so niente, il cane mi ha mangiato i compiti, qualcuno ha messo la droga nella mia macchina e poi l'ha richiusa".
Ovviamente l'evoluzione del "PC statale" avrebbe fatto gola alla ricerca universitaria e avremmo avuto un "Italinux" che girava forte sui "PC statali" più potenti, senza distribuire idiosincrasie obbligatorie come i signal, la fork, il divieto (per decenni) di scoprire l'acqua calda (le Access Control Lists, i Cgroups2, ecc.).
Infine, avremmo costruito anche un'internet "interna" che copra solo il suolo italiano, centralizzata, inizialmente ad uso esclusivo della PA e dei servizi pubblici. (La Russia lo ha fatto: se qualcuno "stacca" la Russia dall'internet, tutti i servizi pubblici, bancari, shopping, social, continuano a funzionare; perderanno Facebook ma resteranno con VKontakte funzionante… mica fessi: l'internet è ancor più indispensabile dell'energia elettrica).
Basta, ora vado a nanna a smaltire la birra. Però quanto detto sopra è tutto vero.