Per quale motivo un Dio onnisciente, onnipotente e buono permette la sofferenza di un innocente prima della sua morte provocata da cause naturali, nonostante quello stesso innocente invochi la morte pur di smettere di soffrire? Per quale motivo un Dio onnisciente, onnipotente e buono non conduce immediatamente quell’innocente nel meritato Paradiso, dove sarà felice per l’eternità? Non può o non vuole?
Se Dio non vuole, se Dio preferisce lasciar morire i bambini fra atroci dolori senza portarli subito in Paradiso, è comunque buono? Anche di fronte a una bambina scuoiata viva, ti senti serenamente in grado di affermare che Dio è buono?
Perché Dio ha bisogno di soldi. E tu che vuoi morire prima smettendo di lavorare per donare l'otto per mille alla sua chiesa, il 5 per mille a San Patrignano e il 2 per mille al partito dei cattolici popolari sei solo un ingrato egoista.
>>197234 Anche le creature innocenti, come i bambini, meritano di soffrire per accedere alla gloria eterna? Per quale motivo? Devono espiare una colpa? (non tirare in mezzo quell'abominio improponibile del "Peccato originale")
>>197242 1. Non sai quanti bambini dio salva dalla sofferenza terrena
2. Probabilmente un'intervento divino per salvare quei bambini causerebbe uno squilibro nel cosmo tale da provocare maggiore sofferenze ad un maggior numero di persone e bambini
>>197243 1. Perché non tutti quanti? Su quali basi viene fatto un distinguo?
2. Se Dio è veramente onnipotente come si dice, non si pongono problemi in quanto sarebbe perfettamente in grado di assicurare un Happy Ending per tutti quanti, senza conseguenze negative di sorta. Per Dio onnipotente è sempre questione di NON VOLERE, anziché di NON POTERE. Quindi qual è il ragionamento dietro al suo (non) intervento? Perché ritiene che certi bambini debbano patire sofferenze indicibili mentre altri no?
>>197242 Nessuna colpa, è semplicemente un processo. La sofferenza è solo passegera (al contrario della beatitudine eterna del paradiso), non c'è nulla di cui preoccuparsi.
>>197244 La diversità di trattamento serve a garantire la distinzione tra i vari individui. Considera che in un'ottica di vita eterna le tue sofferenze terrene diventerebbero un lontanissimo ricordo sfumato. Io già non ho più tantissimi ricordi di quello che ho fatto da bambino. Il ricordo della sofferenza potrebbe essere una manna per gli spiriti nell'aldilà. Forse è questo l'inferno? La totale perdita di memoria e di individualità? >Se Dio è veramente onnipotente come si dice, non si pongono problemi in quanto sarebbe perfettamente in grado di assicurare un Happy Ending per tutti quanti Probabilmente il breve periodo di sofferenza terrena serve nel meccanismo ideato da dio ad aumentare il godimento nella vita post mortem. Questo vuol dire che dio in realtà non è completamente onnipotente? Forse, o è onnipotente nei limiti delle leggi della fisica che non scrive lui…
>>197255 >La diversità di trattamento serve a garantire la distinzione tra i vari individui >Probabilmente il breve periodo di sofferenza terrena serve nel meccanismo ideato da dio ad aumentare il godimento nella vita post mortem A che pro tutto questo se, come hai detto tu, "in un'ottica di vita eterna le tue sofferenze terrene diventerebbero un lontanissimo ricordo sfumato"? Tanto vale mandare tutti quanti in Paradiso fin da subito, o non creare nulla dal principio, tanto che cambia? >o è onnipotente nei limiti delle leggi della fisica che NON SCRIVE LUI quindi non è onnipotente, è solo un agente per conto di un qualcosa di più grande
>>197258 >Tanto vale mandare tutti quanti in Paradiso fin da subito, o non creare nulla dal principio, tanto che cambia?
In un caso hai degli esseri senzienti che godono, e in un caso hai il nulla. Se buono scegli la prima possibilità.
La sofferenza serve a definire il godimento e la diversità tra i vari individui. Poi ci può stare che questi due attributi tendano a diminuire asintoticamente, quindi hai un picco di gioia e individualità quando muori e poi man mano ti unisci sempre più a dio e agli altri spiriti in una comunione paradisiaca.
>>197261 >La sofferenza serve a definire il godimento e la diversità tra i vari individui Ma se tanto poi, all'infinito, tendiamo a diventare tutti uguali e ad annullarci nella comunione divina, qual è il senso di tutto? >Se buono scegli la prima possibilità Se fossi veramente buono e se proprio volessi creare qualcosa, farei in modo che essa non sperimenti mai, neanche per un'istante, la sofferenza. Ma ciò è logicamente impossibile, in quanto il piacere è definito dal dolore e viceversa, l'uno non ha significato senza l'esistenza dell'altro; il fatto stesso di esistere implica la sofferenza. Ergo, se fossi veramente buono non creerei assolutamente nulla. So già dove andrai a parare: tu parli di piacere ultraterreno, quindi non definibile secondo la logica che regola il piano terreno; e allora ti chiedo di dimostrare empiricamente l'esistenza di questa dimensione ultraterrena e della condizione di perpetuo piacere che la contraddistingue.
>>197265 >So già dove andrai a parare: tu parli di piacere ultraterreno, quindi non definibile secondo la logica che regola il piano terreno; e allora ti chiedo di dimostrare empiricamente l'esistenza di questa dimensione ultraterrena e della condizione di perpetuo piacere che la contraddistingue.
Ovviamente non posso. Però mi pare l'argomento iniziale del filo sia stato ampiamente esaurito.
>>197268 Non hai risposto a >Ma se tanto poi, all'infinito, tendiamo a diventare tutti uguali e ad annullarci nella comunione divina, qual è il senso di tutto?
Io sono almeno 15 anni che cerco dio, da quando sono diventato pazzo. Ho accumulato libri su libri sulle varie religioni del mondo, che ormai potrei tenere una cattedra di religione comparata in qualche università, ma nessuna mi soddisfa. Ultimamente sto leggendo Lacan e c'è 'sto concetto che nelle psicosi c'è la forclusione del nome del padre e mi sta venendo il dubbio che il dio che cerco sia questo buco psicotico, quindi irrangiungibile e introvabile, per me. Also, comincio a pensare che l'ateismo sia una specie di psicosi.
>Per quale motivo un Dio onnisciente, onnipotente e buono non conduce immediatamente quell’innocente nel meritato Paradiso, dove sarà felice per l’eternità? Non può o non vuole? Non deve. >Se Dio non vuole, se Dio preferisce lasciar morire i bambini fra atroci dolori senza portarli subito in Paradiso, è comunque buono? Sì. >Anche di fronte a una bambina scuoiata viva, ti senti serenamente in grado di affermare che Dio è buono? Sì.
La vita è come un uovo d’anatra: lo apri sperando sia cibo ma alla fine scopri essere l’aberrazione culinaria di uno schizzato impasticcato in preda a deliri psicotici che comunque assaggi sperando sia buona.
>>197470 >Non deve Ergo, non vuole. Per cui Dio è il più grande pezzo di merda mai esistito e chiunque lə venera è un ritardato e/o una testa di cazzo come essə.
Porco dio i quesiti esistenziali che uno smette di porsi quando è grande abbastanza da potersi rifiutare di andare a messa con la mamma, ovvero generalmente a 12 anni. Interessante trovare una cosa del genere su VECCHIOchan.
>>197508 No brutto negro, credere nel gran porco mai abbastanza offeso richiede fede, o ce l'hai o tippi il fedora, ste domande del cazzo da dodicenni che parlottano nel cortile dell'oratorio estivo hanno rotto i coglioni, penso che a 30 e passa anni ste domande da dodicenne uno abbia smesso di farsele da un pezzo.