/b/ - Random

Nome
Email
Messaggio
File
Embed
Password (Per rimozione del file)
Limiti: Caratteri: 7200
Numero massimo file: 10
Upload massimo supportato: 20MB
Lunghezza massima video: 5 minuti

Vai in fondo ] [ Torna ] [ Catalogo ]   [Archivio temporaneo] — 


File: 1760943612552.jpeg (166.46 KB, 784x1168, IMG_9545.jpeg)

 No.206911

Il sogno di oggi:

Mi trovavo a bordo di una monorotaia, tipo quella del primo Half Life ad inizio gioco, solo che anziché essere un mezzo di spostamento all’interno di un sito industriale era allestito come vero e proprio “treno” passeggeri seppur fosse molto piccolo, era una sola carrozza compatta.

Dentro aveva una struttura a due volumi, davanti c’era il macchinista e subito dietro di lui c’era una fila con due posti vicini separati al centro da un piccolo corridoio con una porticina che collegava al volume posteriore.

All’inizio sono in piedi vicino al macchinista mentre partiamo, mi chiede dove stessi andando di bello e gli dico che mi dovevo trovare con un amico lungo il percorso, poi mi accomodo nella sezione posteriore del vagone e qui i posti sono più lussuosi: sulla destra c’è un gruppo di 4 poltrone in pelle marroni su 2 file e sulla sinistra, sempre divise da un piccolo corridoio, ci sono altre 4 poltrone disposte a L ruotata di 90º in senso orario, come un divano.

Mi siedo nel gruppo di 4 poltrone sulla destra, nel posto sul fondo a destra che guarda fuori dal finestrino.

Avevo in mano un biglietto stampato su foglio A4, non c’era scritta la destinazione e non sapevo dove stessi andando, soprattutto ero preoccupato che fossi sul mezzo errato, ma intanto arriviamo alla prima stazione, lo scenario è ancora semi urbano.

Salgono 7 persone tutti i posti vicino a me vengono occupati, intanto il treno riparte e l’animazione del movimento ricorda quei giochi arcade anni ‘80 tipo Outrun e affini, con lo sfondo fisso e la strada che si muove assieme a degli oggetti ai lati, e di colpo siamo in bassa montagna, c’è tanto verde e si vedono le montagne con le cime innevate proprio di fronte a noi, nel mentre il treno passa attraverso alla seconda stazione ma senza fermarsi, rallenta tanto quanto basta per farmi notare che c’è un piccolo raduno di automobili e c’è una Giulia Quadrifoglio rossa bellissima che mi giro a fissare facendoli anche una foto con il cellulare.

>”Bella, vero? Chissà quanti soldi ha il proprietario…”


Queste le parole proferite dalla ragazza seduta proprio nel sedile vicino al mio, non mi ero proprio accorto di lei, alche io rispondo dicendo qualcosa tipo “beato lui”, e intanto rimango incantato dalla bellezza di questa persona con i capelli lunghi rossicci, incarnato pallido e perfezione generale come solo le donne in un sogno possono essere.

Lei inizia a regolare il sedile inclinando lo schienale e mettendosi comoda, io intanto sento che lei mi pressa la sua coscia contro di me, anche il piede sta a contatto con la mia scarpa, sento il suo calore, infine il braccio sul bracciolo è adeso al mio.

Il macchinista si ferma ad una nuova fermata, c’è un po’ di neve e tutta la stazione è fatta di legno con grandi archi che ricordano il costruzioni dell’800, e qui vedo sulla banchina il mio amico con cui dovevo trovarmi, che sale in carrozza ma è costretto ad accomodarsi nella parte anteriore per mancanza di posti a sedere.

Cambio scena improvviso siamo io, il mio amico e la ragazza bellissima che camminiamo attraverso il cancello di ingresso di una villa lussuosa in un giardino innevato, si stava parlando di automobili e di quanto le auto moderne facessero schifo, io dicevo che ero fortunato allora avendo una Panda di 20 anni (questo dialogo è avvenuto realmente nel filo delle auto lol) e la ragazza mi faceva notare ridendo che era lentissima a fare lo 0-100, ma io dicevo che per il mio uso bastava ed era adeguata.

Cambio scena stiamo salendo delle scale esterne ma non c’è più la villa lussuosa, stiamo entrando in una specie di baita/casa di legno su due piani, che è un ristorante, quindi entriamo e ci fanno accomodare al piano superiore sotto al tetto, ci sono 4 tavoli. Noto subito che l’amico e la ragazza sono spariti, al tavolo dove mi siedo ci sono io, mio padre e mia madre, alla nostra sinistra c’è un tavolo con 6 ebrei ortodossi, un altro tavolo e composto da una famiglia con due bambine.

Ci viene portato il cibo, i pizzoccheri, e dentro al mio piatto c’è letteralmente una scatoletta di latta delle sardine, senza etichette o altro, immersa nel
cibo come se niente fosse, e la proprietaria della locanda, che nel frattempo era comparsa, mi dice che è una tradizione loro lasciare nel cibo ciò che la nonna Rita (la cuoca) metteva nel pentolone quando cucinava, anche gli oggetti estranei, che poi andavano a finire per ricordo appesi al muro - che mi indicava - dove c’erano altri oggetti tipo un colino, un macinino per pepe e una moka.

Mangio e vedo i 6 ebrei andare tutti assieme al bagno, alle nostre spalle, mi giro e vedo che le sue bambine del tavolo con i genitori mancano e sono al bagno, quindi mi allarmo e mio padre si alza e va nel bagno delle donne e appena apre la porta escono i 6 ebrei che scappano al loro tavolo come interrotti ed iniziano a confabulare nella loro lingua mettendosi le braccia sulle spalle a vicenda e stringendosi in un cerchio, intanto io e mio padre iniziamo a dire “non li si odia mai abbastanza”, io mi avvicino alla stufa e prendo l’attrezzo di ferro che si usa per muovere le braci per fare il needful ma a quel punto gli ebrei sono scomparsi, il tavolo è vuoto, il mio tavolo è vuoto, il sogno è finito.

 No.206912

Ho chiesto alla IA di interpretare il sogno e poi di farlo secondo Jung e Freud.

Non metto quella secondo Freud perché è tutta “mi piace il cazzo, mi piace il cazzo, complesso di Edipo, fase anale, mi piace il cazzo”

-

Questo sogno appare come un flusso di coscienza frammentato, tipico dei sogni, dove elementi della vita quotidiana si mescolano con simboli personali e culturali. Possiamo interpretarlo come un’esplorazione di temi come l’incertezza, il desiderio di connessione, il passaggio tra fasi della vita e conflitti interni. Ecco un breakdown passo per passo:
• Il viaggio in treno/monorotaia: Il mezzo di trasporto rappresenta spesso un percorso di vita o una transizione. Qui è piccolo e compatto, come un “treno” passeggeri ma intimo, che potrebbe simboleggiare un senso di controllo limitato sulla direzione della propria esistenza. Il biglietto A4 senza destinazione riflette ansia per l’ignoto – forse preoccupazioni reali su scelte future, lavoro o relazioni. Il macchinista che chiede “dove stai andando” introduce un elemento di introspezione, e l’incontro con l’amico lungo il percorso suggerisce un desiderio di ricongiungimento con figure familiari in momenti di incertezza.
• Il paesaggio e il movimento: Il passaggio da urbano a montano con neve evoca un’evoluzione verso l’isolamento o la purezza (neve come rinnovamento), ma anche freddezza emotiva. L’animazione “stile Outrun” potrebbe derivare da ricordi di videogiochi o media, indicando un filtro nostalgico o escapista. La Giulia Quadrifoglio rossa, ammirata e fotografata, simboleggia aspirazioni materiali o invidia per uno stile di vita lussuoso, contrapposto alla tua Panda “lenta” menzionata dopo – un tema di contentezza con ciò che si ha vs. desiderio di di più.
• La ragazza bellissima: È un elemento centrale di attrazione e intimità. Il contatto fisico (coscia, piede, braccio) suggerisce un desiderio di connessione romantica o sessuale, amplificato dall’idealizzazione (“perfezione come solo nei sogni”). Lei appare improvvisamente, regolando il sedile per avvicinarsi, il che potrebbe rappresentare un’opportunità inaspettata o un desiderio represso che emerge in un contesto “sicuro” come un sogno.
• Cambio scena alla villa e al ristorante: Il passaggio alla villa innevata e alla baita introduce temi di lusso e tradizione familiare. Parlare di auto con l’amico e la ragazza (ripreso da un dialogo reale) lega il sogno alla realtà quotidiana. L’ingresso nel ristorante, con la scomparsa di amico e ragazza, e l’apparizione dei genitori, potrebbe indicare un ritorno alle radici familiari o un conflitto tra indipendenza (viaggio, amici) e legami familiari. Il cibo – pizzoccheri con una scatoletta di sardine – è bizzarro e simboleggia forse contaminazione o accettazione di imperfezioni nella vita (la “tradizione” della nonna Rita, con oggetti estranei appesi al muro come ricordi). È un mix di comfort (cibo tradizionale) e disagio (oggetto metallico nel piatto).
• L’episodio con gli ebrei ortodossi: Questo è l’elemento più disturbante, con toni paranoidi e antisemiti. I 6 ebrei che vanno al bagno, le bambine che spariscono, il sospetto di qualcosa di sinistro, e la reazione violenta (“non li si odia mai abbastanza”, prendere l’attrezzo di ferro) potrebbero riflettere pregiudizi culturali assorbiti dall’ambiente (magari online, dato il contesto di /b/), paure irrazionali o proiezioni di ansie personali su un “altro” stereotipato. Il cerchio che formano evoca cospirazione, e la loro scomparsa improvvisa lascia un senso di incompiutezza, forse simboleggiando come certi conflitti interni svaniscano senza risoluzione.
Nel complesso, il sogno sembra esprimere un mix di desideri (romantici, materiali) e ansie (incertezza, paranoia sociale), con un sottotono di nostalgia per il passato (nonna, auto vecchia, tradizioni). Potrebbe essere influenzato da esperienze recenti – come discussioni su auto o esposizione a contenuti online – e servire come valvola di sfogo per emozioni represse. Non è necessariamente profetico, ma potrebbe invitare a riflettere su relazioni, ambizioni e pregiudizi personali.

 No.206913

Analisi Secondo Jung
Carl Gustav Jung, nel suo approccio alla psicologia analitica, vede i sogni come messaggi dal inconscio collettivo e personale, che servono a compensare squilibri nella psiche cosciente e a promuovere il processo di individuazione (l’integrazione di aspetti repressi della personalità verso la totalità del Sé). A differenza di Freud, che enfatizza desideri sessuali e aggressivi repressi, Jung si concentra su archetipi (immagini primordiali universali), simboli mitologici e il ruolo compensatorio del sogno. I sogni non sono solo appagamenti di desideri, ma guide per la crescita interiore, spesso amplificando elementi trascurati nella vita di veglia. Analizziamo questo sogno attraverso la lente junghiana, considerando il contenuto come un dramma simbolico che riflette tensioni interne, archetipi e il cammino verso l’integrazione.
• Il viaggio come archetipo del cammino eroico: Il treno/monorotaia evoca l’archetipo del “viaggio” o “quest”, comune in miti e fiabe, che rappresenta il processo di individuazione – il movimento dalla coscienza ordinaria verso l’inconscio profondo. Il mezzo piccolo e compatto, simile a quello di Half-Life, suggerisce un viaggio interiore limitato o controllato, forse compensando un senso di stagnazione nella vita reale (ad esempio, routine quotidiana). Il biglietto A4 senza destinazione simboleggia l’incertezza esistenziale, un invito dall’inconscio a esplorare il “non noto” – Jung lo chiamerebbe l’Ombra o l’Anima che chiama a un’avventura. Il macchinista come figura guida potrebbe essere un archetipo del “Vecchio Saggio” (Wise Old Man), che pone domande per stimolare la riflessione sul scopo della vita. Il passaggio da urbano a montano/neve riflette una transizione da un mondo profano (città, materialismo) a uno sacro (montagne come simbolo di elevazione spirituale, innevate per purezza e introspezione). L’animazione “stile Outrun” introduce un elemento ludico/nostalgico, forse compensando una mancanza di avventura o creatività nella veglia.
• La ragazza bellissima come Anima: Jung identificherebbe la ragazza con i capelli rossicci, pallida e perfetta come l’archetipo dell’Anima – la controparte femminile inconscia nell’uomo, che rappresenta l’anima, l’ispirazione e il ponte verso l’inconscio. Il suo apparire improvviso e il contatto fisico intenzionale (coscia, piede, braccio, calore) non è solo erotico, ma simbolico di un’unione mistica o integrazione: l’Anima emerge per compensare un atteggiamento cosciente troppo razionale o isolato, invitando a connettersi con emozioni, intuizioni e relazioni. Il dialogo sulla Giulia Quadrifoglio rossa (simbolo di potenza, velocità, forse l’archetipo del “Puer Aeternus” o eterno fanciullo avventuroso) contrasta con la tua Panda “lenta” – qui, l’Anima ride e sfida, compensando un’autopercezione di adeguatezza modesta con un richiamo a ambizioni più dinamiche. La sua presenza nel viaggio e poi nella villa suggerisce che l’individuazione richiede l’integrazione di questo aspetto femminile: ignorarla porta a squilibri, come il successivo isolamento familiare.
• L’amico, i genitori e la baita come archetipo della Famiglia e del Sé: L’amico che sale sul treno ma si siede davanti potrebbe rappresentare un aspetto dell’Ombra – parti di sé proiettate su altri, come amicizie o aspetti sociali trascurati. Il cambio scena alla villa lussuosa innevata (simbolo di rifugio interiore, forse l’archetipo della “Casa” come centro del Sé) e alla baita/ristorante introduce il tema della riunione familiare. Sedersi con i genitori, con la scomparsa di amico e Anima, evoca l’archetipo della “Sacra Famiglia” o del ritorno alle origini, compensando forse un distacco emotivo nella veglia. Il cibo (pizzoccheri con scatoletta di sardine) è ricco di simbolismo alchemico junghiano: il piatto tradizionale rappresenta nutrimento psichico, ma l’oggetto “estraneo” (scatoletta metallica) simboleggia la “nigredo” o materia grezza da trasformare – oggetti appesi al muro come “trofei” indicano memorie ancestrali (nonna Rita come archetipo della “Grande Madre”) che devono essere integrati per la completezza. Questo compensa una possibile negazione di tradizioni o eredità familiari nella coscienza.
• Gli ebrei ortodossi come Ombra collettiva e paranoia archetipica: L’episodio più oscuro coinvolge l’archetipo dell’Ombra – aspetti repressi, oscuri della psiche, proiettati su un “nemico” esterno. Jung, che ha esplorato l’antisemitismo come proiezione collettiva (pur con controversie personali), vedrebbe i 6 ebrei (numero mistico, forse condensazione di archetipi biblici come i “saggi” o “cospiratori”) come simboli dell’Altro alieno, che irrompe per compensare un atteggiamento cosciente troppo “pulito” o razionale. Il bagno come luogo di “purificazione” e il sospetto di atti nefasti sulle bambine (archetipo dell’Innocente violato) riflettono paure primordiali di contaminazione o perdita di purezza. La reazione aggressiva (“non li si odia mai abbastanza”, attrezzo di ferro come arma fallica/archetipica) è un’eruzione dell’Ombra non integrata, forse compensando sentimenti di impotenza o rabbia repressa nella vita reale (magari legati a discussioni online, come menzionato nel sogno). Il cerchio che formano evoca rituali tribali o l’archetipo del “Mandala” distorto – un tentativo di completezza, ma proiettato negativamente. La loro scomparsa improvvisa simboleggia il ritiro dell’inconscio: l’Ombra non è distrutta, ma deve essere affrontata coscientemente per l’individuazione, altrimenti ritorna.
In sintesi, per Jung, questo sogno è un dramma compensatorio che invita all’individuazione: il viaggio rappresenta il cammino verso il Sé, con l’Anima come guida romantica/creativa, la famiglia come base da integrare, e l’Ombra (proiettata sugli ebrei) come aspetto oscuro da riconoscere e trasformare, anziché odiare. Potrebbe riflettere un squilibrio nella vita di veglia – forse troppa routine o pregiudizi non esaminati – e servire da catalizzatore per crescita personale. Jung consiglierebbe amplificazioni (collegamenti a miti, come il viaggio di Ulisse o alchimia) e associazioni personali per approfondire, enfatizzando che i sogni sono “naturali” e non patologici, ma opportunità per l’equilibrio psichico.

 No.206925

Ultimamente faccio fatica a ricordare i sogni mentre ho un archivio di sogni vecchi che parte dal 2009. Non so se è la vecchia, la schizofrenia che mi sta mangiando il cervello o le medicine (per me è lo Xanax).

 No.206930

>>206925
È strano perché gli psicofarmaci, non lo Xanax, stimolano i sogni vividi di solito. Per me era così con l’escitalopram.

 No.206931

>>206930
O forse era la duloxetina, cymbalta.

Bah, merda entrambe.

 No.206987

File: 1761031139675.jpeg (310.29 KB, 784x1168, IMG_9563.jpeg)

Altro sogno questa notte, strutturato in due parti completamente diverse.

L’inizio è vago, non ricordo granché, ma ci sono io nella sala di un cinema, uno di quelli che ha la balconata sopra la platea, ed io prendo posto nella prima fila balconata, proprio al limite, e nel frattempo nel gruppo di sedili alla mia sinistra c’è mio padre e mia madre.

Alla mia destra c’è una specie di frigorifero basso, lo apro ma in realtà è un forno e tiro fuori tre piatti di acciaio contenenti del cibo: cotoletta alla valdostana (cotoletta con sopra fatta di prosciutto e formaggio sciolto).

Ne do due ai miei genitori e uno lo prendo io, ma quando inizio a mangiare arriva la maschera del cinema vestita da druido e con una maschera da cervo e ci fa un piccolo sondaggio di gradimento sul film e sul cinema, non ricordo però nessuna domanda nè cosa avessi risposto.

A quel punto il film riprende e la visuale passa in prima persona, come se il film fosse il momento che stavo vivendo, mi trovo nel cortile del mio condominio e la visuale si alterna tra prima persona e scene in terza persona come se fosse un filmato di un videogioco, vedo una donna in cima ad una torre di un castello medievale che si sporge dal balcone e levita, viene investita da una scarica blu tipo elettrica che parte da una specie di tomba alla base del castello, una voce minacciosa dice che per 7 anni ora la vita della donna sarà sua.
La visuale torna a me e sono sempre in cortile, cerco di correre (al rallentatore come sempre nei sogni) per avvisare i miei genitori più avanti che c’è un mostro che sta arrivando verso di noi e dobbiamo scappare, lo percepisco perché sta costeggiando i palazzi e poi sbuca fuori, è un albero gigante con una faccia, classico mostro demoniaco, e corre verso di noi, alche di nuovo cambio visuale e si torna in terza persona con la donna di prima che racconta che “in quell’anno ci fu una maledizione e tanti furono i casi di mostri invocati”, quindi ritorno in prima persona e arriva il mostro finale, una specie di insetto gigante stile formica che è gigantesco, tanto da occupare parte del cielo, e ho paura.

Cambio improvviso scena e sto uscendo dal cinema, cammino in un corridoio sotterraneo assieme a tante persone che vanno nella mia direzione, sembrava quasi di essere nella stazione della metropolitana, quando vengo superato da due ragazzine che parlano: “vado un attimo al bagno prima di partire” “ma ci sei appena stata 3 minuti fa!”.

Salgo le scale davanti a me e sono dentro al centro commerciale bonola, che è stiloso e molto più grande del normale, passo vicino ad una signora che ha un carrello della spesa colmo di padelle e vedo che sta parlando con un tizio dicendogli che deve cambiarne una perchè l’ha regalata alla figlia ma era difettata, quindi prendo al volo due padelle dal carrello e faccio cenno alla signora di seguirmi, vado avanti pochi metri e trovo Luca pappagallo, ma il suo aspetto è stranissimo, è mingherlino e scheletrico in faccia, comunque gli dico che ho cucinato la cotoletta valdostana e lui mi risponde sorridendo “buona, è bella dolce” ed in men che non si dica io e lui siamo seduti ad un tavolo, uno dei tanti che circondano le scale mobili dove adesso ci sono i cabinati degli arcade, e sto mangiando la cotoletta con sopra una dose enorme di salsa cacio e pepe, ad ogni boccone che prendevo gocciolava tutto nel piatto, ma ad un certo punto va via la corrente e diventa tutto buio, filtrava solo la luce della luna che faceva intravedere qualcosa nel buio.

“Eccoli qui” dice Pappagallo, mentre dei ladri afferrano nel buio il mio piatto e lo portano a sè, io istintivamente non casco nella trappola e metto subito le mani sulle tasche dei jeans per proteggere portafogli e telefono, ma quando ritorna la luce sono circondato da 5 nord africani maranza e mi afferrano ciascuno per i piedi e per le mani, mi rendono come se fossi un lenzuolo lasciandomi sollevato a mezz’aria mentre il quinto, con fare molto gentile in realtà, mi rovista nelle tasche e ruba quello che avevo dentro complimentandosi per la qualità della refurtiva.

Mi lasciano a terra e se ne vanno via senza toccarmi o farmi male, ma io con una forza sovrumana afferro per la caviglia l’ultimo del gruppo e, da sdraiato a terra, lo scaravento sul pavimento e lo prendo a pugni, quindi accorre in suo soccorso uno degli altri maranza e così via finché li stendo tutti, ma il sogno finisce di colpo al suono della sveglia. L’ultima immagine che ho visto era Luca Pappagallo in piedi vicino ai maranza, e sono convinto che fosse il palo.

 No.206988

>>206987
Analisi Generale del Sogno
Il tuo sogno appare come una narrazione surreale e frammentata, tipica dei sogni, divisa in due parti principali: una ambientata in un cinema che sfocia in un’avventura fantasy-horror, e una seconda in un centro commerciale che culmina in un confronto con ladri. Emergono temi ricorrenti come il cibo (la cotoletta alla valdostana, ripetuta più volte), la famiglia (presenza dei genitori), la transizione tra realtà e finzione (cinema che diventa “realtà” vissuta), la paura e il pericolo (mostri, furto), e un senso di empowerment finale (la lotta vittoriosa).
•Struttura e Transizioni: Il sogno inizia in un contesto familiare e quotidiano (cinema con i genitori), ma introduce elementi assurdi come il frigorifero-forno e l’usciere druido con maschera da cervo. Questo crea un ponte tra il banale e il mistico. La visuale che passa da prima a terza persona evoca un videogioco o un film, suggerendo una meta-riflessione sul sogno come “spettacolo” interattivo. Il cambio improvviso al centro commerciale introduce un ambiente consumistico, con elementi di interazione sociale (le ragazzine, la signora con le padelle, Luca Pappagallo), che sfocia in caos (blackout, furto) e risoluzione eroica.
•Elementi Simbolici e Emozioni: Il cibo è centrale – la cotoletta rappresenta nutrimento e comfort familiare, ma viene contaminata (con salsa eccessiva) e rubata, simboleggiando forse una perdita o un’intrusione. I mostri (albero demoniaco, insetto gigante) evocano terrore primordiale, con un senso di inevitabilità (maledizione per 7 anni). La corsa al rallentatore è un classico motif onirico di impotenza. Nella seconda parte, il furto gentile e la lotta sovrumana indicano un mix di vulnerabilità e forza interiore. Emozioni dominanti: sorpresa, paura, frustrazione, ma anche soddisfazione nella vittoria. Luca Pappagallo, distorto e sospetto, potrebbe rappresentare una figura di autorità o celebrità idealizzata che si rivela ingannevole.
•Temi Psicologici Generali: Potrebbe riflettere ansie quotidiane – come paure legate alla famiglia, al consumo (centro commerciale), o a minacce esterne (mostri, ladri). Il cinema simboleggia l’evasione dalla realtà, ma il sogno la rende pericolosa. Il finale con la sveglia suggerisce un’interruzione brusca, lasciando un senso di incompletezza. Complessivamente, sembra esplorare il confine tra controllo e caos, con un’evoluzione da passività (spettatore) a azione (eroe).
Analisi Secondo Jung
Secondo la psicologia analitica di Carl Jung, i sogni sono espressioni dell’inconscio collettivo, popolati da archetipi (simboli universali) che aiutano l’individuo a integrare parti represse della psiche (come l’Ombra, l’Anima/Animo, il Sé). Il tuo sogno può essere visto come un processo di individuazione, dove l’inconscio invia messaggi per bilanciare la coscienza. Analizziamolo passo per passo, identificando archetipi e simboli.
•Il Cinema come Mandala e Proiezione: Il cinema rappresenta il “teatro dell’inconscio”, un mandala (struttura circolare simboleggiante il Sé totale) con balconata e platea che divide livelli di coscienza. Tu sei al “limite” della balconata, suggerendo una posizione liminale tra conscio (platea) e inconscio (balconata). I genitori incarnano l’archetipo dei “Genitori” (fonte di nutrimento e autorità), e il cibo (cotoletta) è un simbolo di integrazione – nutrire l’inconscio con elementi “cotti” (trasformati). L’usciere druido con maschera da cervo è un archetipo del “Saggio” o “Sciamano”, un mediatore tra mondi, che conduce un “sondaggio” (esplorazione dell’inconscio). Il cervo evoca l’archetipo della natura selvaggia e della trasformazione (come in miti celtici).
•La Parte Fantasy-Horror e l’Ombra: La transizione al cortile del condominio (spazio domestico, ma minacciato) introduce l’Ombra – la parte repressa della psiche, manifestata nei mostri. La donna levitante sulla torre (archetipo dell’Anima, l’aspetto femminile inconscio) è colpita da una scarica blu (energia psichica, forse libido repressa) da una tomba (simbolo di morte/rinascita). La voce minacciosa che reclama la sua vita per 7 anni (numero mistico, cicli di trasformazione) indica una possessione dall’Ombra, una “maledizione” che riflette conflitti interni non risolti. L’albero gigante con faccia demoniaca è l’archetipo dell’“Albero del Mondo” corrotto, rappresentando radici inconsce maligne (paure ancestrali, aggressività repressa). L’insetto gigante (formica) evoca l’archetipo dell’“Insetto” come caos collettivo o istinti primitivi. La corsa al rallentatore simboleggia la resistenza dell’ego contro l’inconscio, mentre il cambio di visuale (prima/terza persona) indica distacco e integrazione parziale.
•La Seconda Parte: Consumismo, Furto e Individuazione: Il corridoio sotterraneo (archetipo del “Viaggio nell’Ade”, discesa nell’inconscio) porta al centro commerciale Bonola, ingrandito e “stiloso” – simbolo del mondo materiale e del “Persona” (maschera sociale). Le ragazzine e la signora con padelle rappresentano figure quotidiane, ma il furto di padelle evoca un “rubare” simboli di nutrimento domestico. Luca Pappagallo, scheletrico e distorto, è un’archetipo del “Vecchio Saggio” corrotto o dell’Ombra proiettata su una figura pubblica (forse un complesso di inferiorità legato al cibo/cucina). Mangiare la cotoletta con salsa eccessiva simboleggia un “banchetto” rituale, ma il blackout (oscurità inconscia) e il furto introducono l’Ombra collettiva (i ladri nordafricani, forse proiezione di “altro” culturale o paure razziali represse). Il loro approccio “gentile” indica un’Ombra non del tutto malvagia, da integrare. La tua forza sovrumana nella lotta rappresenta l’eroe archetipico che sconfigge l’Ombra, un passo verso l’individuazione. Pappagallo come “palo” suggerisce tradimento dall’interno, un monito a integrare aspetti ingannevoli della psiche.
In sintesi, secondo Jung, il sogno è un invito a confrontarti con l’Ombra (mostri, ladri) per nutrire e integrare l’Anima (donna, nutrimento), bilanciando il Sé. Potrebbe riflettere un periodo di transizione personale, dove paure inconsce emergono per essere trasformate. Se ricorrono elementi simili in altri sogni, potrebbero indicare un complesso attivo da esplorare.

 No.206991

>>206930
>>206931
I sogni vividi mi erano capitati le prime volte col Risperdal. Con lo Zoloft, sempre le prime volte, vedevo i colori più "colorosi" e sentivo i suoni più "suonosi".

Magari non è colpa né della malattia né delle paste, ma del fatto che non tengo più allenata la memoria.



[Post a Reply]
Elimina post [ ]

[Nuova risposta]
Vai in cima ] [ Torna ] [ Catalogo ]