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>>189771
>David Parenzo, ebreo e laico, fondamentalista democratico, sceglie questa immagine e sette storie per raccontare lo scandalo Israele. Nella Bibbia il numero sette è sempre indicato come il numero della perfezione e della natura divina. Sono sette i giorni della creazione e i bracci della Menorah, uno dei simboli principali del mondo ebraico. Eppure il sette ricorre anche nella data del giorno più tragico, il 7 ottobre 2023, quando un commando di terroristi di Hamas ha dato l'assalto ai kibbutzim al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo circa 1.200 persone, tra civili e militari, e prendendone in ostaggio 251, tra cui donne e neonati. Sette come gli ingredienti della challah, il pane intrecciato della festa, che in queste pagine ci aiuta a cogliere fino in fondo il carattere scandaloso della fondazione di Israele attraverso la vita di David Ben Gurion e il sogno di una convivenza che ancora oggi sono in molti a rivendicare in piazza a Tel Aviv. La resilienza qui magnificamente espressa dalla storia di Yuval Biton, il dentista che ha curato in carcere Yahya Sinwar, capo di Hamas, diventato poi la mente della tragedia del 7 ottobre che è co- stata la vita anche al nipote dello stesso Biton. E poi Ella, prima donna araba diventata tenente dell'Idf. Mansour Abbas, politico palestinese leader di un partito arabo-israeliano. Noa Lea Cohn, la gallerista di Gerusalemme che porta avanti la sua ricerca per valorizzare l'arte ultraortodossa. E Rachel, che il 7 ottobre ha tenuto a bada i terroristi entrati nella sua casa offrendo loro tè e biscotti, e che ci racconta bene quanto questo Scandalo è utile a tutto l'Occidente democratico perché, come diceva Ben Gurion, "In Israele, chi non crede nei miracoli non è realista".
Mi sembra interessante. Lo comprerò da Libraccio.
>David Parenzo, ebreo e laico, fondamentalista democratico, sceglie questa immagine e sette storie per raccontare lo scandalo Israele. Nella Bibbia il numero sette è sempre indicato come il numero della perfezione e della natura divina. Sono sette i giorni della creazione e i bracci della Menorah, uno dei simboli principali del mondo ebraico. Eppure il sette ricorre anche nella data del giorno più tragico, il 7 ottobre 2023, quando un commando di terroristi di Hamas ha dato l'assalto ai kibbutzim al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo circa 1.200 persone, tra civili e militari, e prendendone in ostaggio 251, tra cui donne e neonati. Sette come gli ingredienti della challah, il pane intrecciato della festa, che in queste pagine ci aiuta a cogliere fino in fondo il carattere scandaloso della fondazione di Israele attraverso la vita di David Ben Gurion e il sogno di una convivenza che ancora oggi sono in molti a rivendicare in piazza a Tel Aviv. La resilienza qui magnificamente espressa dalla storia di Yuval Biton, il dentista che ha curato in carcere Yahya Sinwar, capo di Hamas, diventato poi la mente della tragedia del 7 ottobre che è co- stata la vita anche al nipote dello stesso Biton. E poi Ella, prima donna araba diventata tenente dell'Idf. Mansour Abbas, politico palestinese leader di un partito arabo-israeliano. Noa Lea Cohn, la gallerista di Gerusalemme che porta avanti la sua ricerca per valorizzare l'arte ultraortodossa. E Rachel, che il 7 ottobre ha tenuto a bada i terroristi entrati nella sua casa offrendo loro tè e biscotti, e che ci racconta bene quanto questo Scandalo è utile a tutto l'Occidente democratico perché, come diceva Ben Gurion, "In Israele, chi non crede nei miracoli non è realista".
Mi sembra interessante. Lo comprerò da Libraccio.
>>189771
Gli dicono che gli islamici nel mondo sono 2 miliardi e gli ebrei sono meno di 20 milioni, ergo se gli ebrei non vogliono sparire da questo pianeta devono cacciare gli islamici da quel pezzetto di terra e difenderlo con tutte le armi che riescono a comprare (a debito).
Questo è l'unico discorso onesto che può fare chi ama Israele.
Gli dicono che gli islamici nel mondo sono 2 miliardi e gli ebrei sono meno di 20 milioni, ergo se gli ebrei non vogliono sparire da questo pianeta devono cacciare gli islamici da quel pezzetto di terra e difenderlo con tutte le armi che riescono a comprare (a debito).
Questo è l'unico discorso onesto che può fare chi ama Israele.
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>È cambiata l'aria intorno a Israele e più o meno da quando è arrivato Papa Leone ora sono tutti a tirargli merda addosso, specialmente quelli che prima non s'azzardavano nemmeno a nominarlo, da Macron, in giù; addirittura pure la Segre, che prima se solo mettevi "genocidio" e "Israele" in due frasi vicini ti mandava i suoi bravacci a casa, ora ha alzato un sopracciglio su Israele.
Chissà che vorrà dire?
Chissà che vorrà dire?
>>189781
Sì, peccato che Parenzo sta sulla radio di Confindustria tutti i giorni e intorno a lui al massimo c'è Cruciani
Sì, peccato che Parenzo sta sulla radio di Confindustria tutti i giorni e intorno a lui al massimo c'è Cruciani
>>189776
quanto devono essere subumani i musulnegri per riuscire a prendere calci in culo dagli ebbri da 70 anni a questa parte nonostante l'enorme disparità nei numeri?
quanto devono essere subumani i musulnegri per riuscire a prendere calci in culo dagli ebbri da 70 anni a questa parte nonostante l'enorme disparità nei numeri?
>>189783
Propongo di nuclearizzare Israele e quell'evreo di merda di Parenzo che ne sostiene la legittimità
Propongo di nuclearizzare Israele e quell'evreo di merda di Parenzo che ne sostiene la legittimità
Qualcuno l'ha infine proposto: spostare i palestinesi in Libia così che da lì sia comodo imbarcarli direttamente per la Negralia
>>189818
>l'ennesima stronzata di Trump
grazie avevo sentito la notizia di sfuggita e temevo che fosse stato un errore.
>se ne dimenticherà tra 12 ore come al solito
Veramente mi pare che il programma per trasformare la Palestina in una nuova Dubai stia procedendo verso una nuova tappa ma vabbé.
>l'ennesima stronzata di Trump
grazie avevo sentito la notizia di sfuggita e temevo che fosse stato un errore.
>se ne dimenticherà tra 12 ore come al solito
Veramente mi pare che il programma per trasformare la Palestina in una nuova Dubai stia procedendo verso una nuova tappa ma vabbé.