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 No.189625

Youtube Italia ha raggiunto finalmente lo zero creativo, suppongo

 No.189627 RABBIA!

non promuovere queste stronzate

 No.189640

Trallallero Trallallà… Trallallero Trallallà.

 No.189644

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>>189640
Sesta puntata.
TRALLALLERA non vuol dire niente? Yasmina, o Donna-di-Picche, per te sarebbe una sorta di scioglilingua oppure una sciocchezza inventata per fare ritornello. Povera Donna-di-Danaro! Nella tua vastissima cultura hai tralasciato di studiare non solo il prof. Salvatore Dedola ma persino il prof. Andria Deplano, il quale ha scritto il Dizionario Etimologico del Dorgalese con l’identica mia tecnica. E siccome quello è un Dizionario perfetto, persino dal Giappone vengono in Baronia a studiare il Dorgalese. Ti capisco, anche quell’exploit ti è ignoto perché a te interessa esclusivamente la “Lingua Indoeuropea”, ossia la “Lingua Indogermanica”. Ti esorto a tenertela cara, e magari per la tua morte fa preparare una bella lapide: “Qui giace una guerriera indogermanica”.
I tuoi sodali “indogermanici” (o “indoeuropeisti”, che è lo stesso) hanno invididuato nel Dizionario Etimologico Sardo (DES) moltissime ONOMATOPEE, moltissimi TERMINI INFANTILI e così via. Per il Wagner quasi in 30% del Dizionario sardo è composto di “parole onomatopeiche o infantili”. Io nel mio Nuovo Dizionario Etimologico della Lingua Sarda non ho evidenziato nemmeno una di quelle parole, ed ho dichiarato pubblicamente, prendendomi la responsabilità, che non è la lingua sarda ad essere malata d’infantilismo ma lo era il Wagner. E se tu hai bevuto latte da quella mammella, certamente non sei mai cresciuta, sei rimasta infantile, acondroplasta, anchilosata allo stadio del rachitismo, alta sul livello del mare meno di 1,30. Quindi non potrai mai sapere che il prof. Deplano ha indagato TUTTI i termini della musica sarda (la quale è ferma allo stadio pre-bizantino, pre-romano, pre-greco). T’imploro di leggere tutti i testi del Deplano! Solo allora ti vergognerai d’aver visto “infantilismi” nel nostro Dizionario.
Per quanto riguarda me, il primo tomo della mia Enciclopedia della Civiltà Shardana riporta le etimologie di tutte le parole e di tutti gli strumenti che la Sardegna tramanda almeno da 5000 anni fa, a cominciare dalle LAUNEDDAS (le quali non sono parolacce…, sono soltanto lo strumento a fiato più antico dell’Umanità).
TRALLALLÈRA in campidanese è un ‘tipo di mutéttu allegro, che di su una melodia briosa e esultante si canta andando sulle traccas alle feste campestri’ (definizione di Raffa Garzia, poi trascritta dal Wagner). Il trallallèra è semplicemente un ritornello che chiude ogni distico cantato festosamente e civettuolamente. O mirabile papagallo indogermanista, ricorda che un tempo dentro sas traccas (dentro i carri a buoi coperti, dove è concesso cantare il Trallalléra) viaggiavano soltanto le donne, anzi esclusivamente le vergini! Per te, Donna-di-Denari, non significa nulla, poiché sei ignara di ANTROPOLOGIA DELLA SARDEGNA; inoltre non stai per attingere gli 86 anni, come me che di vita sarda ne ho vissuta. Ti basti sapere che Sassari quand’ero fanciullo era raccordata con i villaggi esclusivamente da corriere tipo Far West: carrozze tirate da cavalli. Io ho conosciuto il mondo ancestrale dei villaggi, che Mussolini tendeva ad ancorare al passato per garantire afflussi costanti di cibo alle città durante l’AUTARCHIA fascista. Erano tempi in cui nei villaggi non c’erano ancora cloache e nemmeno cessi, e tutta la popolazione andava a servirsi all’unica latrina all’aperto, allo scopo di produrre costante letame, l’unica linfa naturale e biologica delle derrate agricole sarde. Ma tu ignori tutto ciò, o Donna-di-Fiori; ed anche il borioso David Lawrence, ignorante di tutto ma padrone della penna, scrisse parole di sdegno in “Sea and Sardinia” quando vide le donne di Sòrgono cagare pubblicamente.
Quel mondo ti sfugge disperatamente, e non sai che a quei tempi, ossia ai miei tempi, le donne dei villaggi non andavano in giro da sole per le vie, venivano portate a gruppi sui carri coperti soltanto durante la festa novenariale, in campagna, dove i giovani s’incontravano e le famiglie stipulavano i matrimoni. FU COSI’ CHE MILLENNI OR SONO NACQUE IL TRALLALLERA, o figlia della menzogna. Le vergini durante il viaggio si scambiavano in coro i trallallera come reciproco augurio d’incontrare un buon marito.
Base etimologica di TRALLALLERA è il sumero tar ‘sparrow’ + lal ‘to be small’ + lirum ‘strong, mighty, obstinate, quarrelsome; forte, potente, ostinato, combattivo’. Trallallèra significò ‘piccolo passero ostinato e combattivo’, ed è un ritornello festosamente allusivo al membro virile, cantato ovviamente con intenzioni beneaugurali dalle donne che, andando alla festa, speravano d’incontrare un buon marito e per l’occasione durante il viaggio si scambiavano i canti amebei. Vorrei ricordarti, o amazzone del pensiero futile, che in Campidano c’è la legge fonetica della metatesi, onde il TAR- diventa TRA-. E ti ricordo anche un’altra legge fonetica sarda (e mediterranea) secondo cui l’agglutinazione dei monosillabi primitivi produce il raddoppiamento consonantico quando la precedente sillaba è aperta. Quindi da TAR-LAL-LIRUM abbiamo TRA-LAL-LIRUM, e poi arriviamo al campidanese TRALLALLERA. Dopo che avrai studiato meticolosamente la Grammatica Sarda tutto ciò ti entrerà in testa, e così tornerai ad essere finalmente una di noi.
Circa i canti amebei, non aggiungo altro: ti basterà leggere il primo tomo della mia Enciclopedia, dove inserisco un intero trattato.
Ultima osservazione, tu mi critichi perché io nelle mie etimologie faccio sfoggio della lingua inglese. E’ un segreto per gli amici intimi: gli altri dovrebbero arrivarci per deduzione. Comunque te lo dico lo stesso: lo faccio affinché qualsiasi studioso di altre nazioni conosca il vero significato IN INGLESE delle mie etimologie, poiché proprio dai Dizionari scritti in inglese (che sono i più recenti ed i meglio strutturati) io traggo il significato che le Grandi Università americane ed inglesi hanno sancito. Nel mazzo delle Grandi Università non metto quelle italiane, poiché in Italia non è stato scritto nessun Dizionario orientale. L’unico dizionario orientale italiano è stato scritto in Vaticano, relativo all’Aramaico, ma è un’opera minore, copiata dai Dizionari inglesi allo scopo di educare i futuri arcipreti. Così va il mondo, cara Yasmina. Le Università Italiane sono ancora ferme …all’Indoeuropeo.

 No.190045

E ora pure questo.

(Già che mi ricordo, sbaglio o provarono anche a fare merchandising dei rage comics 10 anni e più or sono?)

 No.190049





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