>>179747Nel mondo dell'alta finanza si organizzano annualmente dei corsi riservati agli studenti di economia più preparati. Solitamente a tali corsi accedono - per pura combinazione - solo
(((loro))). Una volta, però, c'è stato un mormone dello Utah che fu selezionato.
Il corso non era niente di eccezionale (trattava solo del risk management, della diversificazione degli investimenti, delle tattiche di mercato), cioè era inteso più a fare "networking" e conoscenze con pezzi grossi del mondo banche e finanza, e con gli aspiranti futuri squali di Wall Street.
L'ultima lezione la tenne un pezzo grossissimo dei
(((loro))), potrei dirvi il nome ma finireste per googlarvelo perché non è mai menzionato nei media, sebbene nell'ambiente sia noto essere uno dei più grossi
squali del mondo della finanza.
Il tizio passò le due ore quasi esclusivamente a fumare sigari, in silenzio. Tutti pronti a prendere appunti. Accendeva i sigari usando parecchi bigliettoni da 100. Finalmente parlò e disse: non importa cosa facciate, l'unica cosa che conta è l'oro, oro fisico, è quello l'unico asset di cui preoccuparsi. Continuò a fumare.
Terminate le due ore, chiese: "ci sono domande?"
Si alzò il mormone, più stupito che incazzato per la perdita di tempo, e chiese: mi scusi, ma se in ogni corso di finanza - incluso questo - ci è stato sempre raccomandato di diversificare il rischio, perché lei ci consiglia di mettere tutte le uova nello stesso paniere?
"Ah, tu devi essere il mormone dello Utah", rispose con tono arrogante. Tirò fuori un foglio, un certificato del tesoro del valore facciale di qualche milione di dollari. Lo arrotolò, gli diede fuoco, e si accese un altro sigaro. "Ciò che è di carta, non vale niente. Solo l'oro vale, sempre".
Non essendo dei (((loro))), il mormone dello Utah raccontava l'episodio come se fosse una cosa simpatica e gioviale di qualche eccentrico ricco speculatore.