>>175141Il problema della vita non è la sopportabilità ma la brevità.
A trent'anni scoprirai che non potrai più fare il pazzoide come a venti.
A quaranta scoprirai di non aver più la salute che avevi a trenta.
A cinquanta ti lamenterai di non riuscire più a organizzarti come a quaranta…
Inoltre, a trent'anni non riuscirai più ad apprendere come a quindici, venti, venticinque. Continuerai (forse) a leggere libri anche a cinquanta, ma ricorderai sempre vividamente ciò che avevi letto a 20-25.
Che poi è esattamente il motivo per cui bisogna studiare nell'adolescenza e conseguire il titolo di studio definitivo possibilmente entro i 25.
Mi sono sforzato come un cane per anni di imparare il giapponese. A stento potrei dirmi "sto alla seconda elementare".
Entro in un gruppo telegram di studenti di giapponese, e il migliore è un coglioncello 17enne che lo studia nel tempo libero (non solo va a scuola e studia per la scuola, ma nel tempo libero studia giapponese), ed ha già un livello tale da aver superato il fatidico N2, e per i 18-19 anni al massimo avrà l'N1.
Non è strano. Bastava avere forza di volontà e impegnare il cervello in qualcosa di diverso da pornazzi e videogiochini e partite.
Ricordo con orrore i miei compagnetti di seconda elementare, degli asini pluricertificati, che però sapevano a memoria tutte le formazioni di serie A e gran parte di serie B. Gli dicevi un cognome a caso e ti rispondevano immediatamente in che squadra militava quest'anno e magari pure se militava altrove l'anno scorso. Come cazzo abbiano fatto a imparare così bene per me era sempre stato un mistero (sì, avevano sfogliato l'album di figurine per intere giornate, ma cazzo, imparare tutti quei nomi, cazzoooo!!!!!!!): erano incapaci di imparare una sola riga di qualsiasi cosa della scuola, ma avevano usato tutte le loro risorse mentali per imparare lammerda dellammerda.