No.1464
Argomenti da considerare:
- una "filiera di produzione", una "transizione energetica", un cambiamento drastico di "fornitori", un "ritorno al nucleare", ecc., non sono cose che si realizzano solo "volendolo"; occorrono molti anni (a volte interi decenni) di impegno soprattutto politico - poiché la politica deve rendere conveniente ai propri cittadini impegnarsi in tal senso.
Esempio: non è che con uno schiocco di dita riattiviamo il nucleare. Occorrono decenni per rifarsi il know-how perduto, decenni per ripagare le tecnologie perdute e ricomprate all'estero, decenni per attivare "a regime" (cioè in modo sensibilmente efficace) una rete di centrali che rifornisca la nazione, ecc.
La risposta non potrà venire dalla politica perché la Seconda Repubblica, ancor più della Prima, è fondata sull'ubbidienza a poteri esterni (dalla UE ai poteri oscuri). Un politico a cui offri il bastone e la carota preferirà sempre la carota, a costo di tradire il proprio popolo.
E la Terza Repubblica che nascerà il 25 settembre non sarà da meno.
TL;DR: non è questione di tecnologie e di organizzazione; è questione morale, di politici che portano avanti finte idee, grossi proclami, ma non sono assolutamente disposti a disubbidire ai propri burattinai.
No.1465
>>1464>La risposta non potrà venire dalla politicaIn realtà la politica ha già fatto il suo mettendo appunto fine alla globalizzazione.
la cosa mi pare, in realtà, squisitamente e prettamente tecnologica.
Poi tu fai esempi di una situazione antica.
Già riducendo le scale (facendo un piccolo reattore invece di un'intera centrale) i tempi si riducono.
No.1469
>>1465Le grosse entità non spariscono ma cambiano lentamente. La cosiddetta fine della globalizzazione è al massimo una trasformazione, un leggero cambiamento di direzione che richiederà parecchi decenni prima di dare l'impressione di aver invertito la rotta.
Un "piccolo reattore" produce l'energia di un
piccolo reattore, quando invece attualmente il fabbisogno energetico italiano sarà una roba tipo 400 terawattora (immagina cosa significa "tera" e immagina quanto plutonio ci sarà da comprare e quante scorie smaltire).
L'Italia potrebbe benissimo sfruttare il geotermico, che da noi abbonda (e in certe zone - tipo Ferrara - è usato perfino per il teleriscaldamento).
Ma la volontà politica ai piani alti è quella di affossare l'Italia, di renderci lo Zimbabwe d'Europa.
No.1470
>>1469Una volta, prima dell'ENEL e della nazionalizzazione, le aziende costruivano da se le proprie dighe (e diverse sono pure venute giù facendo morti).
Magari possiamo riprendere la tradizione senza fare dighe o facendole in grazia di Dio.
Anche perché decenni in cui star fermi in attesa potremmo non averli.
No.1472
>>1470Il geotermico, ancor più delle dighe, è promettentissimo. Ma come tutte le cose buone è un argomento silenziatissimo sui media.
Per convincere gli italiani basterebbe che una quindicina di telegiornali nell'arco di un mese facessero un breve "servizio" pubblicitario sul tema.
Ma (((loro))) hanno deciso che noi si deve diventar come lo Zimbabwe, e non permetteranno che noi si abbia energia e riscaldamento a prezzo basso. Guai se il benessere dovesse ricominciare a crescere, GUAI!!
No.1473
>>1472Sono anni che ci provano e con risultati scarsissimi.
Comunque, al di là della singola fonte, in italia manca un piano energetico complessivo.
E comunque noi il gas lo avremmo anche in Libia.
No.1483
>>1474Ma ci pensate che i comunistoidi credono veramente che ogni singola persona lì presente in quelle piazze per vedere il Duce non fosse lì per propria volontà ma era costretta a presentarsi sotto minaccia?
Invece per simulare appoggio popolare al Rettiliano non sono riusciti a raggranellare neanche 50 barboni offrendogli pane e prosciutto.
Non voglio più vivere in un mondo dove la realtà che hai davanti agli occhi viene puntualmente negata e una montagna di cazzate messa davanti nel tentativo di non fartela vedere.