>>1807Non lo "decidi". Te ne accorgi.
Solo che in vita tua è successo troppe poche volte.
Ed è durato pochissimo, pochi attimi.
I tuoi primi Lego, quell'attimo in cui vedevi la scatola.
La prima volta che sei stato in aereo, il momento del decollo, ed era per lavoro, cioè una motivazione già da sola sufficiente a vantarsi coi compagni di corso all'università.
La prima volta che una ragazza ti ha spontaneamente detto di volerti bene (ok, ok, fa' finta di non aver letto questa riga).
Qualche volta che hai fatto una gita da solo in montagna e hai scoperto un panorama spettacolare da solo.
E confronta quei momenti indimenticabili con quando hai buttato ore o giorni di studio, impegno e lavoro per preparare una cosa che poi è stata ignorata, annullata, straziata, gettata via.
Quando hai dovuto imparare robacce a scuola solo per accontentare un prof che doveva seguire un programma che è stato scritto da burocrati che di scuola e di educazione non capivano un tubo.
Quando ti sei accorto di aver bruciato un giorno, una settimana, un mese di vacanze senza concludere altro che porno e seghe. Quando hai bevuto una birra costosa ma ti sembrava avere solo un sapore leggermente diverso da quella da 59 centesimi del discount.
Quando hai vantato cose che altri non avevano potuto vivere/comprare/fare/dire, ma è finita lì con zero soddisfazione.
Quando hai ricordato i soldi che hai speso per un hobby a cui non hai mai avuto tempo da dedicare. O peggio, non ci hai mai voluto dedicare le risorse mentali che richiedeva.
O alle cose che hai comprato solo per il piacere di cliccare su Acquista.
O al tempo e alle risorse sprecate per inseguire qualche ragazza che nel migliore dei casi ti considerava indistinguibile dalla massa informe di gente insignificante.
O la delusione che un prodotto - gaming, moto, cibo/alcool, pornazzi >>>/b/19875 - aveva promesso chissà cosa ma alla prova dei fatti era "niente di che".
E non parliamo di amici, famiglia, colleghi, ragazze.
E non parliamo dei momenti importanti - compleanni, diploma, patente, laurea, matrimonio…
Una vita che è stato quasi tutta un "nientediché".
Un continuo "aspettare" il momento giusto, l'occasione giusta, la persona giusta.
Un interminabile "darsi da fare" per delle cose che nel migliore dei casi non ti entusiasmavano.
Insomma, un enormità di momenti in cui "non hai vissuto", o meglio, hai vissuto maluccio, hai vissuto sopportando, hai speso tempo per aspettare.
La tua aspettativa di vita - vita godibile, non la vita ritirata degli ultraottantenni - quant'è? Diciamo che a 60 anni puoi avere ancora bei momenti, belle soddisfazioni?
Diciamo che prima dei 6 anni non capivi nulla? Dunque sono 54 anni di vita utile, per 365 giorni, per 24 ore, per 60 minuti = poco meno di 28,4 milioni di minuti (arrotondiamo a 30). Un terzo dei quali passati dormendo.
Ogni minuto che passa, quanta soddisfazione ti ha dato?
I minuti volano via. Ne hai appena speso uno per leggere questa predica. Non è affatto garantito che tu campi fino a goderteli tutti.
Volano via come niente. Aspettando il bus - è vita quella? - o il treno.
O studiando, mangiando, sdocciandosi, radendosi.
O in sala d'attesa dal prof, dal medico, dal notaio, dal geometra, alle poste, in banca.
Una montagna di minuti persi.
Eppure sembravano tanti, quei venti milioni di minuti da vivere.
Se immaginiamo che tu abbia intorno ai 26 anni, sono già vent'anni di vita cosciente persa, un terzo del totale di "minuti persi", e di pochissime soddisfazioni.
Pochissimi "minuti soddisfacenti" di cui ricordarsi nei momenti di sconforto.
Se ci fermassimo qui, la vita sarebbe depressione e sofferenza totale.
Ma sotto sotto sappiamo che non è così.
Sappiamo che il suicidio è solo una falsa via di fuga (se non fosse così, si suiciderebbero tutti, non solo i deboli che sono riusciti a creare una sgangherata narrativa per giustificarsi davanti allo specchio).
Sotto sotto sappiamo che qualsiasi "via di fuga" (fuga dalla realtà) è un inganno.
Sappiamo che è possibile vivere, e far acquisire valore a ogni minuto - anche molti di quelli già sprecati.
Siamo solo troppo pigri (e troppo disonesti con noi stessi) per accettare la risposta.