>>1157Un'amica di famiglia (50+) mi chiese di fare delle guide perché pur patentata, erano decenni che non guidava. Purtroppo per una serie di circostanze non mi conveniva negarle il favore.
Ci accordiamo per alcune domeniche pomeriggio.
La porto ad un quadrato di strade in periferia dove non c'è mai traffico tranne qualche sporadica auto che fa scuola guida coi familiari.
Primo giorno, prima ora di guida: sembra avere abbastanza controllo di tutto, frecce, frizione, frenate. Qualche sbavatura e qualche spegnimento di motore ma apparentemente niente di grave, solo eccessivamente cauta. Deve migliorare nella sterzata per non invadere l'altra corsia (come se avesse paura di girare troppo il volante) e deve imparare a girarlo il meno possibile a macchina ferma.
Dopo un po' di giorni finalmente facciamo un giro nei dintorni, che di domenica pomeriggio c'è poco traffico. Tutto fila piuttosto liscio, tranne il fatto che non sembra capire quanto è larga la corsia: o invade un po' quella opposta o fa il contropelo al marciapiede. Cerco di farle notare che commette sempre gli stessi errori e lei la prende sul personale, ma ogni volta è un "domenica prossima andrà meglio", così si va avanti tutta l'estate e ancora non si vede il momento della fine di queste guide.
Finalmente azzardiamo un giro verso un paese di collina. Una colonna di macchine a suonar claxon dietro di noi perché col limite a 30 sul rettilineo in leggera salita lei procedeva a neanche 25 (la gente del posto è abituata a farci anche gli 80) ed era abbastanza al centro della corsia da rendere difficile il sorpasso.
Avrei dovuto ricordarle che il paesetto era l'ultima tappa, stabilita da lei stessa, per concludere le guide. Preferisco tacere per il momento perché le cazziate cominciano a moltiplicarsi: in un punto dove la strada stringe molto doveva fermarsi nel punto largo e lasciar passare il traffico dal lato opposto, e invece si ferma nel punto stretto e ha paura di arretrare (e si forma intanto una coda di macchine dietro).
Comincia a frenare quasi inchiodando. In un punto di salita molto insistente, sfriziona fino a vedere il fumo dal cofano.
Riprendo io la guida ma mi dice che la prossima volta migliorerà.
Tento di approfittare dell'occasione per dirle che non ci può essere una prossima volta perché anziché migliorare sta sempre peggiorando, perfino quando le strade sono vuote sta peggiorando il suo stile di guida.
Insiste, mi rassicura, mi dice che per lei è fondamentale avere l'indipendenza con la macchina, che non può comprare una macchina se non è sicura di saper guidare, e blah blah blah.
Le volte successive si ripete sempre lo stesso scenario. Conosce la tecnica - cioè sa come si cambia marcia, sa quando mettere la freccia - ma s'impappina, perde la concentrazione, sceglie il momento peggiore per fare manovre, sceglie le traiettorie sbagliate perfino quando la strada è completamente libera.
E quindi una volta becca lo specchietto di un'auto parcheggiata, nella quale c'erano due persone.
Comincia a fare un sacco di storie che erano parcheggiati male e sul marciapiede (le faccio presente che un'auto ferma ha sempre ragione, sei tu in movimento che avevi il dovere di fermarti o di manovrare per evitare, e comunque poteva perfino allargarsi perché la corsia opposta era completamente libera), finalmente accosta a destra per calmarsi.
Scendo dall'auto per andare almeno a porgere le scuse per lo specchietto altrui (sperando che non si sia rotto e sperando di scansare tutta la trafila dell'assicurazione).
Mi accorgo che nell'auto parcheggiata, piuttosto nuova, c'erano padre e figlia. La figlia, alla guida, evidentemente stava imparando (e ricevendo una cazziata dal padre, motivo per cui era parcheggiata sul marciapiede in attesa del termine della cazziata). Il padre evidentemente le aveva detto di ripartire. Mi ignorano nonostante gesticolassi e ignorano la mia auto con la mia amica ancora al volante (mi dico: speriamo che non abbiano preso il numero di targa).
Torno in auto e dico all'amica di calmarsi, che la riaccompagno a prendere il treno. Lei allude alla domenica successiva, non rispondo.
Il mattino dopo le scrivo che non faremo più guide perché nel giro di parecchi mesi non è cambiato quasi niente: la tecnica non le manca, ma quando si lascia prendere dalle emozioni (cioè spessissimo) guida malissimo. (Le donne non ascoltano i ragionamenti e non sono capaci di distinguere una critica costruttiva da un insulto, per cui è inutile parlare, bisogna scrivere un messaggio, e bisogna farlo a situazione ferma, fredda, senza le emozioni del momento)
Essendo femmina cerca subito di incolpare me di tutto. Le faccio presente che era stata lei stessa a dire che il giro nel paesino di collina doveva rappresentare la conclusione di quelle che dovevano essere poche guide, e invece siamo andati avanti per molti mesi e non le ho mai chiesto soldi per la benzina, né per la frizione nuova (che per fortuna non è bruciata ma sicuramente si è ridotto il ciclo di vita), né per le sgraffiate sulla carrozzeria.
Essendo femmina mi fa tutto un pianto greco interminabile con un'interminabile sequenza di velate accuse ma non ci casco più.
Poi per un paio di settimane non si fa più viva, finché per altri motivi non sono costretto a scriverle.
Nei mesi successivi ha ricominciato a costruirsi molto alla lontana e con circospezione, l'alibi per chiedere di nuovo altre guide.
Faccio sempre finta di non aver capito.
Quando lo chiederà apertamente le dirò che non faremo più guide, non siamo disponibili né io, né la mia macchina, e che è già tanto se non le ho chiesto il rimborso di benzina e danni a suo tempo.
Ci sono sicuramente anche maschi incapaci di concentrarsi nella guida. Ma le donne sono tutte così. Le donne che apparentemente guidano bene sono solo la fortunata combinazione di traffico sopportabile, auto in buone condizioni, emozioni tenute temporaneamente a bada, settimana del ciclo già passata.
Che poi, che senso ha che le donne guidino l'auto? Devono stare a casa a rammendare calzini, stirare, pulire, cucinare. Se proprio devono uscire per far la spesa, dev'essere il negozietto sotto casa, che tanto a comprare roba online sono già bravissime. Non hanno bisogno dell'auto, e se proprio devono andar lontano che usino i mezzi pubblici, guidati ovviamente da maschi, che le donne son capaci di combinar casini perfino guidando un'ascensore.